sabato 18 febbraio 2012

Una parola chiara

Di fronte a qualche irresponsabile che vorrebbe continuare a finanziare senza limiti la scuola privata a discapito di tutti gli altri cittadini, basandosi per di più su una convenzione illegittima, proclamando contemporaneamente slogan come " lotta agli sprechi", "rifondazione della politica", "riduzione della spesa pubblica", "regole", riorganizzazione", "responsabilità degli amministratori"...

... ecco un testo esilarante scritto da Giambattista Maiorano per il sito del PD di Buccinasco.

DA LEGGERE E FAR LEGGERE.

N.B. uso il termine irresponsabile in senso tecnico: colui che non ha responsabilità amministrative nel nostro Comune, e che sembra dare suggerimenti dall'esterno senza avere una visione chiara delle necessità e dei fondi disponibili per soddisfare quelle necessità
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tratto da:  http://www.pdbuccinasco.it/public/post/scuole-materne-a-buccinasco-guardiamo-oltre-il-nostro-orticello-1669.asp#more

SCUOLE MATERNE A BUCCINASCO: GUARDIAMO OLTRE IL NOSTRO ORTICELLO


Di redazione (del 17/02/2012 @ 17:55:47, in Politica locale)
di Giambattista Maiorano

Ho già più volte affermato che il problema della Scuola Materna è un problema serio e che mi sta molto a cuore. Parallelamente ho anche affermato che per risolvere il problema occorre tenere conto della realtà, ovvero della totalità dei fattori. Alziamo allora lo sguardo dal fazzoletto di terra in cui siamo radicati e vediamo se riusciamo a contestualizzare quello che accade a Buccinasco inquadrandolo in un orizzonte un po’ più ampio e quindi più intelligente.

In un articolo del Corriere della sera di ieri, 16 febbraio 2012, leggiamo «“Signor ministro, se non cambia il Patto di stabilità tra governo e comuni rischiamo di chiudere le nostre scuole dell’infanzia”, denunciano gli assessori all’Istruzione delle più importanti città italiane. Una chiusura che interesserebbe in futuro almeno 6200 sezioni di scuola materna, 13 mila insegnanti, 145 mila bambini dai 3 ai 6 anni.»

Perbacco, il problema non riguarda solo Buccinasco!

Perdiana, il problema è legato a doppio filo alla questione del patto di stabilità! Una questione che non è nei poteri dei Comuni.

I soldi sono finiti, non ce ne sono più. Ma questo concetto fatica ad entrare nelle orecchie dei cittadini (e anche dei neofiti della politica a caccia di voti), che assumono posizioni rivendicative a prescindere. Che è come dire: “non ci sono più soldi? Me ne frego, voglio quello che voglio punto e basta”. Segue il pestare i piedi e fare i capricci, che nel caso degli adulti assume forme diverse pur essendo sostanzialmente la stessa cosa.

Cittadini, aprite le orecchie, non ci sono più i soldi: «Mercoledì pomeriggio una delegazione di amministratori ha incontrato il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo, – leggiamo ancora sul Corriere della Sera – chiedendo un intervento rapido e risolutore per non interrompere un servizio essenziale.» E ancora più oltre «Il problema è che gli enti locali non hanno più risorse finanziarie – spiega Rosa Maria Di Giorgi (Pd), assessore all’Educazione del Comune di Firenze –. Servirebbero 350 milioni annui e le casse municipali non riescono più a far fronte alla richiesta di supplenti in alcuni casi decisivi per garantire l’attività scolastica».

Per risolvere naturalmente ci vuole molta buona volontà, e questa buona volontà deve assolutamente essere in primo luogo quella del Governo nazionale, ricordiamocelo bene, soprattutto quando si va in giro a distribuire colpe e responsabilità di una grave situazione di disagio (al Commissario, per esempio). E qui stendiamo un velo pietoso sul governo che ha preceduto il governo Monti, un governo che ha portato il paese alla rovina, un governo e un Ministro dell’Istruzione che hanno operato scientemente con superficialità ed ignoranza per distruggere la scuola pubblica, un governo che aveva tra i suoi più affezionati elettori chi adesso strepita per i disagi della scuola materna.

E la Regione, che fa la Regione? In nome dell’ormai famoso principio “realtà secondo la totalità dei fattori” prendiamo in considerazione anche la regione. La Regione Lombardia del cattolicissimo Roberto Formigoni toglie i soldi, riduce brutalmente se non azzera il contributo alla scuola materna. Per Buccinasco ha forse pensato il cattolicissimo Presidente “tanto, ci deve pensare il Comune”, come recita la convenzione disdetta, ma valida sino al 31 agosto prossimo.

I “comunisti” (ovviamente si fa per dire) emiliani fanno invece esattamente il contrario. Sul sito della Regione Emilia Romagna leggiamo che per fare fronte al disagio creato dei tagli «Con un primo finanziamento straordinario di 700mila euro, approvato dalla giunta e destinato alla scuola dell’infanzia statale, la Regione Emilia-Romagna ha deciso di intervenire a sostegno delle autonomie scolastiche e dei territori». A questo poi seguirà altro: «Con un successivo finanziamento – che sarà deliberato entro dicembre – verranno impegnate le risorse ordinariamente previste per le scuole paritarie comunali e paritarie private che hanno sottoscritto apposite intese con la Regione, per qualificare e migliorare il sistema integrato d’istruzione».

È troppo chiedere ai cittadini di fare anche al cattolicissimo Roberto Formigoni qualche domanda? Oppure lui no, lui non si tocca, lui in questo non c’entra.

Per esempio ecco alcune domande che si potrebbero fare al signor Governatore:

1) Nel bilancio 2011 erano previsti 8.100.000 di euro per le scuole materne. Come mai nel bilancio preventivo del 2012 lo stanziamento è pari a 0 (zero)?

2) Come mai all’azzeramento di questi fondi hanno posto parzialmente rimedio l’UDC e il PD che con un ordine del giorno comune hanno vincolato la Giunta regionale a riservare a questa partita gli eventuali avanzi di bilancio?

Caspita! Molto peggio del Commissario Iacontini! Insomma, al 30 giugno in sede di approvazione di bilancio, grazie a UDC-PD forse qualche euro andrà a finire per finanziare le materne.

Domanda: quanti dei genitori della scuola materna parrocchiale hanno votato Roberto Formigoni alle ultime elezioni regionali? Alzare la mano e prendersi delle responsabilità per piacere.

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