mercoledì 22 febbraio 2012

Preparare la guerra... per vincere le elezioni

La storia - Il premier russo annuncia nuove, colossali spese militari a due settimane dalle elezioni presidenziali

Putin gioca alla Guerra fredda e riesuma i cosacchi a cavallo
Sfida agli Usa: 400 nuovi missili, 8 sottomarini

MOSCA - Va bene che siamo in campagna elettorale, ma i toni del confronto con gli Stati Uniti e l' Occidente ci riportano indietro di parecchi anni.
Vladimir Putin, che il 4 marzo vuole essere eletto al primo turno per tornare a fare il presidente, annuncia spese militari colossali. Dice che la Russia non deve «indurre nessuno in tentazione con la propria debolezza».
Si spinge a sostenere che «non si deve ripetere la tragedia del 1941, quando l' impreparazione del Paese fu pagata con enormi perdite» dopo l' attacco tedesco.
Vuole perfino riesumare i cosacchi, i cavalieri delle steppe che difesero lo zar dai bolscevichi, «coinvolgendoli nel servizio militare e nell' educazione patriottica della gioventù russa».
E mentre nei confronti dell' opposizione che sta organizzando nuove manifestazioni si usa il pugno duro, piovono nuovamente accuse nei confronti delle ambasciate di Stati Uniti e dei Paesi europei. Finanzierebbero i movimenti politici nascenti e userebbero le organizzazioni che si occupano di diritti umani come quinta colonna.

Insomma i tempi del «reset» nelle relazioni avviato con l' insediamento di Barack Obama appaiono veramente molto lontani. Per illustrare la sua dottrina militare, Putin ha scritto un articolo per il giornale statale Rossijskaya Gazeta . L' Armata russa non ha certo fornito grandi prove, compresa l' ultima guerra (vittoriosa, ovviamente) con la Georgia nel 2008.
Così il primo ministro afferma nuovamente che il tutto andrà modernizzato seriamente, con una spesa colossale, quasi 600 miliardi di euro in dieci anni. Quattrocento missili intercontinentali di nuovo tipo; 8 sottomarini strategici e altri 20 multiuso; 50 navi; 1.000 nuovi elicotteri e 600 aerei; 28 sistemi missilistici S-400 e 38 sistemi di difesa aerea Vityaz; 10 sistemi missilistici Iskander-M.
Il tutto per contrastare lo schermo al quale gli americani stanno lavorando e per impedire qualsiasi «tentazione». Dichiarazioni in buona parte ad uso interno, ma che vorrebbero impressionare anche i «partner» internazionali.
Per ora, l' effetto appare modesto. Gli stessi comunisti russi, che apprezzano la buona volontà, hanno fatto notare come non sia la prima volta che si parli di modernizzare l' Armata. E in Occidente sanno benissimo che tutti i proclami del passato hanno portato a ben poco. In più, dopo il coma degli anni Ottanta e Novanta, l' apparato militare-industriale sembra capace quasi unicamente di succhiare soldi. Parecchi esperimenti con nuovi sistemi sono falliti miseramente. E anche il recente tentativo di rilanciare la corsa allo spazio con l' invio di una sonda non ha fatto fare una gran figura alla Russia.
Comunque è chiaro che in momenti di difficoltà un bel nemico esterno aiuta sempre. Così gli oppositori sono «scimmie» che danzano al suono dei pifferi occidentali o addirittura traditori al servizio del nemico.
L' ambasciatore Usa Michael McFaul viene accusato più o meno esplicitamente di tramare contro la Russia. Avrebbe finanziato un soggiorno negli Stati Uniti del blogger e leader dell' opposizione Aleksej Navalny (fatto smentito recisamente) e si sarebbe reso colpevole di altre «ignominie». Su YouTube alcuni anonimi (che, naturalmente, non hanno nulla a che fare con il Cremlino) lo additano addirittura come pedofilo. Casualmente nei prossimi giorni arriva in visita a Mosca il presidente della Kirghisia, Almazbek Atambayev, che ha appena annunciato agli americani la chiusura della base di transito di Manas entro il 2014.
Domenica 4 si vota, dicevamo. Alla scadenza Putin e i suoi danno molta importanza. Se il primo ministro non dovesse riportare più del 50 per cento dei voti, per l' opposizione sarebbe già un bel risultato.
E le manifestazioni del giorno dopo potrebbero assumere un peso notevole. Per questo ieri gli organizzatori si sono affrettati a chiedere alcune delle piazze più famose, quella della Rivoluzione, la piazza del Maneggio e la Lubyanka. Ma lo stesso hanno fatto i putiniani e dopo qualche colluttazione le autorità hanno concesso l' autorizzazione ai fedelissimi del primo ministro.
Fabrizio Dragosei
Pagina 24 - (21 febbraio 2012) - Corriere della Sera
http://archiviostorico.corriere.it/2012/febbraio/21/Putin_gioca_alla_Guerra_fredda_co_9_120221031.shtml



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